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Arkas vol. 2: passero sarai tu!

postfazione al fumetto dell’autore greco Arkas “Passero sarai tu!” della serie Voli Radenti.

Passero sarai tu! La piccola peste non si arrende e rifiuta con veemenza la sua specie poiché… non c’è futuro nell’essere un passero! Al massimo si può aspirare ad essere un grosso passero: esattamente ciò che è diventato il padre e quindi l’ultima cosa al mondo in cui vorrebbe “trasformarsi” da grande. Il secondo volume della famosa serie del fumettista greco Arkas in cui il piccolo tiranno alato e la sua vittima predestinata, il padre, discutono con ferocia su questioni quali la vita, la bellezza e la libertà. Famosissimo in patria e figura mitologica in Europa: di Arkas i fan conoscono davvero poco. È greco, forse di Atene di cui, proprio nella sua serie dedicata agli “uccellini”, riproduce con dovizia i particolari urbani più caratteristici e, spesso, nascosti.


CODICI DI GEOMETRIA ESISTENZIALE

Tu, solingo augellin, venuto a sera Del viver che daranno a te le stelle,

Certo del tuo costume Non ti dorrai; che di natura è frutto

Ogni vostra vaghezza.

(Il Passero Solitario, Giacomo Leopardi)

Arkas è uno dei più famosi disegnatori della Grecia. Della sua personale biografia non si sa molto, non ci sono sue fotografie, e sicuramente Arkas è un nome fittizio. Nell’era dell’immagine, suscita un innato moto di simpatia e di rispetto chi, affida il proprio dire alla sua opera, invece che alle apparenze, mute di contenuto. I suoi disegni sono pubblicati dagli anni ’80 su moltissime riviste e giornali, riscuotendo un consenso unanime. Rosa Lavieri e Marcello Buonuomo sono due coraggiosi (e stimolanti) editori del Sud (figli di Annibale che guardano alla Grecia) che con scellerata incoscienza culturale ci permettono di leggere Arkas in italiano. Ed i passeri, recita l’enciclopedia generale, sono i più noti e diffusi uccelli al mondo. Vivono dovunque, nidificano sui tetti, sugli alberi, negli anfratti rocciosi ed in certe stagioni sono dannosi per l’agricoltura. Immagine precisa dell’Uomo, e forse per questo i passeri non sono scelti a caso dal disegnatore greco. Il passero e l’uomo, due distinte ma non distanti identità. Ma in fin dei conti mi auguro che siate arrivati a queste righe con un sorriso ancora vivo nel cuore e nella testa. Arkas ha il dono del lieve dire che attraversa l’universale dei rapporti filiali e non. A ben vedere il susseguirsi dello scontro tra padre e figlio nelle vignette, sembra essere l’archetipo di un qualsiasi confronto e relazione tra due essere umani che spendono molto (forse troppo) tempo insieme. L’autore da voce a ciò che il tempo accumula dentro di noi, il voler dire trattenuto dal dover essere. La tensione dello scorrere del tempo diventa un sottile e irriverente gioco del cinismo. Mai cattivo gratuitamente, ma sincero. Battibecco continuo, dichiarazione d’amore senza veli e falsi specchietti per le allodole! Stupisce la bontà della scrittura che non si sofferma su di un’invenzione, ma sembra ricerca infinita. Mai ripetizione, ma guizzo sarcastico e le pagine scorrono veloci tra una risata, un sorriso dolce  e amaro ed il silenzio che ascolta il fruscio del voltare le pagine che ci hanno lasciati pensierosi. E la poetica dei paesaggi (quasi dipinti) urbani colorano proprio il nostro silenzio. Ecco quindi a voi la rivoluzione continua ed inesauribile del Fumetto, linguaggio moderno, forse antico, sicuramente inesausto nella varietà dei suoi idiomi. Quale scoperta! Gli uccelli possono raccontare del nostro vivere umano, ed ecco che illuminanti sono le parole di Franco Battiato tratte dalla canzone a loro dedicata: “Aprono le ali scendono in picchiata atterrano meglio di aeroplani, cambiano le prospettive al mondo, voli imprevedibili ed ascese velocissime, traiettorie impercettibili codici di geometria esistenziale”.

(Lavieri Editore)

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