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Graffio di Ezechiele: Le parole del tempo

 

Intercettazioni, minorenni, querele, eversione, diffida, denuncia. Il tempo che si vive è marchiato a fuoco dalle parole. Fa riflettere che, le parole appena scritte, sono all’ordine del giorno, ogni giorno, in Italia. Ne tracciano il cammino quotidiano. Sono le parole che più leggiamo, ascoltiamo, e osserviamo in televisione.

Certo potremmo avere parole come fiducia (ma da noi significa blindare leggi inique e pericolose), futuro, speranza, riforme, giustizia. Proprio no. Parole, quindi, che segnano il tempo. Che delimitano il pensiero e accrescono la paura. Strano, quelle parole sono di paura e appartengono a chi le pronuncia, perché ha paura. Non dovremmo lasciare che invadono il nostro vocabolario e il nostro vivere quotidiano. Parole, come quelle di Antonello Zappadu al Times di Londra: “I voli di Stato sono più importanti di qualsiasi ‘harem’. Molti italiani hanno pensioni basse, salari minimi. Siamo in tempo di crisi economica. Così, quando vedo due voli di Stato arrivare all’aeroporto ogni settimana, con musicisti e ragazze che arrivano alle feste, quello mi infastidisce. Credo che Berlusconi debba dare spiegazioni per questo”. Parole corrette, misurate, intelligenti. Dignitose. Perché in un periodo così complesso e sofferto, c’è chi si diverte. E’ reato? No, assolutamente. Ma se decido di essere il rappresentate di tutti gli italiani, il buongusto mi imporrebbe di non dare festini a piè sospinto. Perché o lavori o festeggi. Si posso fare due cose insieme? Certo che sì. Però qui arriva il punto di differenza, quelle parole così poco usate: pubblico servizio. Se decido di essere al servizio dello Stato, ho dei comportamenti adeguati. Ma che qualcuno non arrivi a fine cosa può importare a chi vola per divertirsi con aerei privati o elicotteri privati? Non parlo di volo di Stato, ma di quello privato. Sarebbe corretto. E invece ci lasciamo depistare da parole quali complotto, piano occulto, attacco alla democrazia e sembra tutto come la pericolosa cellula di brigatisti arrestati per gli attentati alla Maddalena. In un mondo pieno di armi moderne e precise, che si comprano dovunque, i nuovi brigatisti non solo non sanno che il G8 si sposta ma vogliono fare terrorismo con strane pistole arrugginite. Allora i pirati in Somalia sono un esercito di avanguardia e i camorristi a Napoli un’unità speciale d’assalto. Qualcosa non quadra al solito. Ma nel tempo delle parole aggiungiamo anche: pericolo terrorismo, che non suona proprio male.

left avvenimenti venerdì 19 giugno

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