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Graffio di Ezechiele: Solo per giustizia di Raffaele Cantone

 

Solo per giustizia. Il titolo del libro di Raffaele Cantone, edito dalla Mondadori, è nella sua semplicità, efficace, diretto. Solo per giustizia. Non per un invasamento, una crociata personale. Semplicemente un uomo che svolge al meglio il suo lavoro di magistrato.

Mi ha colpito un passaggio. Cantone, la sera, va a buttare la spazzatura. Da solo, per recuperare un attimo solo con se stesso. Ed ironizza sulla sua solitudine con un sacchetto di immondizia. Senza proclami, vittimismi, Cantone racconta la quotidianità della lotta alla camorra, ridimensionandola. Niente facili eroismi, ma solo un puntuale lavoro, certosino e metodico, che a sua volta ridimensiona la mostruosità degli stessi camorristi. Non sono super uomini del male, ma uomini violenti e arroganti, che la legge può confinare in una galera. Per sempre. Cantone è per me un nome noto da moltissimo tempo. Ha smantellato il clan La Torre di Mondragone, ha colpito i Casalesi, quanto tutto questo non era noto o forse alla moda. Sotto scorta da diversi anni non ha mai fatto di queste misure protettive un martirio pubblico o un problema. Eppure sono i giudici nel mirino, per davvero, delle criminalità organizzate. Perché sono loro che mettono in galera i bravi ragazzi. Avremmo dovuto seppellirlo sotto una tonnellata di cemento per proteggerlo. Invece il lavoro di uomini coraggiosi, quali quelli della scorta, gli ha sempre evitato il peggio. Ancor di più Catone ha combattuto la camorra vivendo nelle terre del Sud. Non è andato all’altro capo del mondo. Solo a qualche chilometro di distanza da Mondragone, Casale Di Principe. Uomo coraggioso nella sua complessa semplicità. Le pagine del libro mi hanno colpito per il tono pacato, sereno. Nessuna ossessione. Alzarsi la mattina, lavorare, studiare le carte, e le condanne hanno decimato clan estremamente pericolosi. Colpisce inoltre i riconoscimenti che Cantone fa a moltissimi suoi colleghi. Perché la camorra non la si combatte da soli, ma in tanti. Oggi Cantone ha chiuso il suo ciclo alla DDA, ma rimane un esempio di magistrato incredibile. Nel silenzio dei media ha combattuto e vinto. Oggi sotto i riflettori dei media rimane l’uomo che agisce solo per giustizia. E come lui ce ne sono tanti, ma il circo dei media se ne accorgerà sempre dopo, alla prossima collezione moda.

left avvenimenti 24 aprile 2009

 

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