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Targhe delle memoria

La storia dei migranti scritta sulle targhette dei banchi di una chiesa

(foto Sergio Nazzaro)

“E’ come se il mandriano Giovanni, fosse l’ultimo erede di una razza estinta, quelli che rassegnati alla fatica riescono ancora ad elevare il sudore a conoscenza il sacrificio a dovere, un decalogo di regole scritte dalla mitologia per illudere gli uomini che così era giusto per gli Dei e così deve essere giusto per sempre. Un filo sottile che coniuga la responsabilità alla libertà, sì la libertà di respirare a pieni polmoni obblighi e privazioni, la libertà del distacco dalla modernità che però non è rinuncia ascetica ma la continuità di un’atavica tradizione, necessaria per salvare riti e pane, consumi e gravità: prima che tutto finisca. Prima che i figli dei mandriani diventino geometri, ingegneri, ragionieri, prima della fine del mondo, di questo mondo che è quello da cui veniamo, quello forse cui forse ritorneremo”.
(Giacomo Pilati In Sicilia Rewind)

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