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Giustizia e Potere: Corriere del Mezzogiorno

 

intervista di Alessandro Chetta a Luigi de Magistris

Intervista all’eurodeputato che a Napoli presenta il dibattito «chi ha paura della rete?»


«La nuova classe dirigente? Cerchiamola in Rete. A cominciare dal mio partito». De Magistris (Idv): «Scelgo i collaboratori su Facebook». E per le regionali tende la mano ai «virtuali» grillini

NAPOLI – I suoi collaboratori per l’Europarlamento? Scelti su Facebook. La Rete? «Grande rivoluzione culturale». I «meetup», le comunità virtuali che orbitano intorno al superblog di Beppe Grillo? Esperienza innovativa e una proposta politica molto seria. Luigi de Magistris, ex pm “scomodo”, eurodeputato dell’Italia dei valori, lancia il suo messaggio d’amore al worldwideweb, agorà di partecipazione «e di libero scambio di idee», organizzando un forum oggi, venerdì, al Teatro Mediterraneo della Mostra d’Oltremare di Napoli dal titolo «Chi ha paura della Rete?». Con tanto di space invader come logo-testimonial e finale in musica: Eugenio Bennato live, con Giovanni Block (dalle 17,30, ingresso libero).

Scambio di idee e pure di curriculum. De Magistris, nel libro-intervista con Sergio Nazzaro Giustizia e Potere (editori Riuniti), lei dice di selezionare i collaboratori sui social network. È vero?
«Sì. Nel senso che accanto ai collaboratori storici, che mi coadiuvano sulla base di uno stretto rapporto fiduciario, altri giovani ho provveduto a individuarli su Facebook. Hanno “postato” il loro curricula. Ne sono arrivati tantissimi. Poi sono seguiti i colloqui. Adesso, quelli selezionati, sono stipendiati, hanno un contratto. Un’opportunità nata attraverso i canali di internet. E mi spingo oltre…»

Prego.
«Nella selezione della nuova classe dirigente, la politica deve tener ben presente la potenzialità della Rete. Il vecchio tesseramento è fuori dal tempo. Nei partiti, e mi riferisco anche a Italia dei valori, su cui questi temi s’incontrano non poche resistenze. Invece si deve porre il web al centro del dibattito democratico anche nella scelta di candidati».

Sembra di sentire Grillo.
«Ho sempre apprezzato la sua capacità di sovrapporre la vis comica ad una discussione politica seria, informata e serrata. Ora, questa “modalità” fa un salto di qualità con i candidati individuati nella community web sotto il simbolo Movimento 5 stelle (lanciato da Grillo per le elezioni amministrative locali, ndr)».

In Campania, c’è addirittura un candidato grillino, Roberto Fico, in corsa per la presidenza della Regione.

«Con Roberto ho organizzato il dibattito sulla Rete (oggi al teatro Mediterraneo, ndr). Il dialogo con i meetup è in corso da tempo. In Campania bisogna però evitare di fare una serie di errori».

Errori, cioè?
«L’Idv e parte del popolo dei meetup di Grillo guardano allo stesso elettorato. Sarebbe un peccato confonderlo e disperdere voti. In tal senso, auspico un accordo proprio tra quelle forze del centrosinistra che più spingono per un rinnovamento radicale, visto il fallimento dell’attuale classe dirigente».

Il Partito democratico…
«Ecco: se il Pd non indicherà, come pare, un nome in forte discontinuità col passato, si può concretamente pensare ad un progetto comune tra Idv, la sinistra plurale e gli stessi meetup. Dico di più: un accordo per appoggiare la candidatura di Roberto Fico nella corsa alle regionali».

A meno che non esca un candidato dipietresco. De Magistris scenderà in campo?
«No, non lo farò. Il mio impegno ora è a Strasburgo».

Tornando a bomba sulla Rete. Il ministro dell’interno Maroni ha minacciato una stretta normativa sui siti, per ora lettera morta. Internet può fomentare odio sociale?
«Il web è un grande contenitore, vi compare di tutto, è chiaro, anche cose spiacevoli. Ma l’aspetto secondo me preponderante e rivoluzionario è il contributo enorme dato dagli internauti alla disarticolazione degli oligopoli tradizionali: politico, economico, informativo, artistico. Nel governo, con tanto di testi normativi in cantiere, si vuole criminalizzare la comunità web. Vedi il tentativo di Gabriella Carlucci del Pdl con il disegno di legge per l’abolizione dell’anonimato in Rete».

Oggi è stato catturato dalla polizia postale un pirata informatico, Fabrizio Iannelli, esperto di tecnologie autore di presunte truffe finanziarie. Nel libro-intervista lei spezza una lancia a favore di quegli esponenti delle forze dell’ordine attivi su corruzione dei colletti bianchi, frodi telematiche, finanziarie.Lavoro tutt’altro che semplice ma che resta quasi sempre nell’ombra.
«Oltre alle sacrosante, pubbliche, lodi per chi acciuffa latitanti e capoclan di mafia, è giusto prevedere encomi e mettere in luce l’attività di chi si occupa di questa tipologia di reati dall’enorme e sottovalutato impatto economico e sociale. Ne conosco tanti, da magistrato vi ho lavorato fianco a fianco».

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