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Graffio di Ezechiele: Economia tangente

La tangente si paga sempre, anzi oggi è peggio. Meglio quando c’era Bettino Craxi, lo schema era semplice, chiaro ma soprattutto produttivo. L’Italia con il sistema delle tangenti si muoveva veloce”. Mentre l’Italia della crisi economica scopre che il sesso costa tanto, cioè svariate mensilità di un normale contratto impiegatizio o progettizio, mi intrattengo con degli imprenditori che mi spiegano come funzionava e funziona il sistema per le grandi opere, o semplicemente, opere.

Sia un palazzo, sia un mezzo quartiere, sia qualsiasi cosa in cui occorre autorizzazione pubblica, cioè tutto. “Ogni zona aveva un suo referente politico, prima. Il famoso 10% era calcolato sui metri cubi. La delibera ti approvava un tot di metri cubi, il 10% era denaro contante che dovevi versare subito per avere il via dei lavori. Oggi, invece, è tutto molto più complicato. Tutti vogliono la propria parte. Dal sindaco, al dirigente, all’impiegato comunale. Tutti quelli che devono darti un’autorizzazione pubblica ti chiedono denaro o favori. Vedi che era meglio quando c’era Craxi! Pagavi una sola volta, perché poi il referente politico distribuiva lui il denaro a chi doveva. Ma soprattutto avevi la strada spianata. Niente più ostacoli burocratici. Tutto filava via liscio. Oggi invece ognuno può bloccarti i lavori. Quindi il 10% al politico, poi tocca al dirigente, poi il geometra del comune, fino all’ultimo impiegato. E i lavori vanno al rilento, l’economia va a rilento. Applicano la legge sempre e comunque per ostacolarti. Il politico ti chiede una scuola, una piazza, piuttosto del denaro. Gli crea consenso. Non avendo più bisogno di denaro, la politica vuole che tu gli crei il consenso che loro dovrebbero costruirsi da soli. Invece il dirigente cerca il denaro liquido. Una macchina nuova, e quello appena sotto di lui non vuole essere tagliato fuori dalla festa. Qualche volta si riesce a farli spostare, a mandarli via. Ma non sempre. I costi in più? Beh il prodotto finito, se è una casa lo paga il cliente finale, mica ci rimetto io i soldi. Se è un’opera pubblica paga il conto lo Stato alla fine. E che faccio, io pago e ci rimetto pure? Tutti vanno avanti così, tutti, nessuno escluso. Oggi c’è solo confusione, altro che bipolarismo secco. Ognuno ha una sigla a cui risponde. Denunciare? Così poi non lavori più”.

Rimpiango anche io Bettino.

left avvenimenti 30 ottobre 2009

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