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Graffio di Ezechiele: O’ lavoro

O’ lavoro”, diceva Massimo Troisi, “non posso mai trovà ‘o lavoro da solo, ci sta sempre n’ata parola vicino, lavoro nero, lavoro minorile”. Oggi si può aggiungere: a progetto, co.co.co, ad assetto variabile, a pagamento (leggi stage, paghi per lavorare, stupendo!), a part time con fuori busta (quale busta? Cosa fuori e cosa dentro?). Tremonti riscopre il posto fisso. Ma il punto del problema è proprio questo. Perché mai io devo fare per quaranta anni (dico 40) sempre lo stesso lavoro? Perché ho paura di perderlo e rimanere in mezzo ad una strada. Il lavoro, la sua assenza, è la base della schiavitù culturale, economica e politica degli italiani. Mio padre mi diceva e, dice ancora: indipendenza economica, indipendenza politica. Tutto qua. Perciò in Italia il lavoro è vanescente, così abbiamo la nostra catena al collo sempre bella stretta. Ma il posto fisso mi inorridisce anche di più. Segno di una società cementificata, morta, deserta. Posti fissi? Meglio contratti solidi con tutte le garanzie di legge, retribuzioni e assicurazioni varie. Se mi danno un contratto a tempo indeterminato che non mi da paternità, vacanze, sanità che mi serve a fare? E di poi mobilità. Io posso cambiare lavoro ogni tre anni, fare esperienza e cimentarmi in campi nuovi, tenere la mente sveglia e imparare sempre e comunque. Questo dovrebbe essere l’obiettivo del mondo del lavoro. La mobilità delle idee, che possono contare su un contratto che gli assicura il futuro. Che gli garantisce una minima possibilità di avere un mutuo. Significherebbe essere vivi e vegeti. Il posto fisso uccide la fantasia e la creatività, tanto quanto i contratti a progetto che non sono negativi se non fosse per il fatto che non garantiscono nulla con le tasse che vi pagano ed è una miseria in busta paga (dentro e fuori). E i sindacati? Stanno a guardare, senza capacità di visione. Il lavoro nero aumenta, e loro osservano. Le paghe fanno gara al ribasso con gli immigrati, e loro guardano. Ma servono i sindacati, solo per fare cause di lavoro. Solo per questo. Ma quanta genialità abbiamo nel mondo del lavoro, ognuno agisce come gli pare, e la visione di un mondo che produce, spinto dalla voglia di immaginazione e visione rimane una chimera. Nel frattempo nessuna economica, né politica. Ma se il lavoro non fosse una chimera, sicuramente non avremmo questa politica decadente.

left avvenimenti 23 ottobre 2009

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