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Mondragone: incidente diplomatico (la memoria di Michele Landa)

Racconto di un incidente diplomatico con la caserma dei carabinieri di Mondragone. Questa che segue è una storia forse lunga ma se avrete la pazienza di leggerla chiedo il vostro parere se sto sbagliando, o forse, chissà qualche ragione è anche dalla mia parte. Se vi fidate di me come scrittore è lunga da leggersi ma sempre appassionante come tutte le storie che racconto, ma soprattutto VERA.

Leggi la storia di Michele Landa

SI COMINCIA

Venerdì scorso (12 aprile 2013) presento il mio libro Castel Volturno (Einaudi) a Castel Volturno. La comunità nera presente si è mostrata molto ostile accusandomi di razzismo, di verità personali (come se tutte le inchieste giudiziarie fossero false e/o inventate) mi accusano di ostilità (e dalle nostre parti, non ha lo stesso significato che ha in Valle d’Aosta). Rispondo, ma rimango amareggiato. Ci sta pure come situazione, certo è che se un africano di Castel Volturno afferma in pubblico che non esiste la mafia nigeriana, ma sono atti criminali individuali significa che è 1) ingenuo 2) criminale. Io accendo la 2!

Inoltre è presente il comandante della locale stazione dei carabinieri che alla fine della presentazione mi stringe con vigore la mano e mi dice: “complimenti, ha capito tutto perfettamente”. Ecco questi sono i complimenti che amo. Dagli uomini sul territorio che lavorano per davvero e conoscono, quindi la conferma che non sto sparando cazzate. Quella stretta di mano ha significato molto. Il locale commissariato, beh mi pregio di chiamarli amici e, quindi, con loro ci siamo presi l’aperitivo.

Il giorno dopo presento il mio libro a Mondragone, il mio paese. Diciamo che dal 2007 anno della mia prima pubblicazione con Fazi Editore è la prima occasione. Ad onor del vero c’era stato un invito e una presentazione nel Liceo di Mondragone, curata dal professore Silvio Macera di Libera (ovviamente).

Durante la presentazione di sabato 13 aprile, all’inizio del mio intervento mi viene chiesto come mai nel mio libro lavoro con tutte le forze dell’ordine, meno che con la caserma dei carabinieri di Mondragone. In sala è presente Angela Landa figlia di Michele Landa, metronotte ucciso e bruciato a Pescopagano frazione di Mondragone: la pietra dello scandalo. Per comprendere questo antefatto vi chiedo la cortesia di leggere il capitolo dedicato a questa dolorosa vicenda: Michele Landa la storia

Nel 2006 muore Michele Landa. Forse per troppa abitudine alla scomparsa della gente, alla morte, diciamo che il tatto dei carabinieri nel trattare la vicenda ai suoi inizi non è dei migliori. Scrivo tutto raccogliendo la testimonianza di Angela e nel pezzo sopra riportato ci sono gli audio. La nuova versione di questa storia è pubblicata nella ristampa di Io per fortuna c’ho la camorra che vende anche tanto e, oltremodo tra poco torna in ebook.

Se era falsa la ricostruzione, l’arma dei carabinieri poteva richiamarmi all’ordine? Comunque la sera della presentazione con la figlia della vittima presente, spiego (siccome mi era stata posta una domanda specifica proprio sulla questione)  perché NON riesco a lavorare con la locale caserma dei carabinieri, per raccontare il loro operato su un territorio molto difficile.

Devo premettere che io lavoro con i carabinieri, soprattutto con il ROS (Raggruppamento Operativo Speciale), ampiamente. Non mi passano scoop, notizie riservate. A me interessano le indagini chiuse, dove si deve studiare cosa è successo e perché. Apprezzo il loro lavoro e ho la loro stima. In sala è presente il Tenente della locale Stazione dei Carabinieri, a cui mi rivolgo direttamente e chiaramente gli dico: “quando questi fatti sono accaduti Lei non era presente, neanche l’attuale Capitano”.

La logica recita che se dico che un giornalista è uno stronzo, non significa che tutti sono stronzi. Ma la logica nelle nostre terre non ha diritto di cittadinanza, si capisce solo quello che si vuole capire. Ribadisco e sottolineo che non voglio offendere l’Arma, ma il comportamento avuto con la famiglia Landa non è stato, a dir poco, cortese. Devo spiegare che dopo la pubblicazione della ristampa qualsiasi richiesta da me inoltrata al Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri, attraverso l’ufficio del Cerimoniale è stata bocciata.

ANTEFATTI

Addirittura qualche anno fa con l’assenso del direttore di RAI 2 Liofreddi e la produttrice Simona Ercolani, era in cantiere un documentario sulla mafia africana. Una produzione importante, RAI, mica cazzi come si suol dire a Roma. Chiedo al Dott. Giovanni Conzo il suo nulla osta (ormai ci lega una sincera amicizia e profonda stima lo trovate citato dovunque nei miei libri). Mi dice: “indagine chiusa potete procedere”.

Chiediamo nulla osta alla sezione dei ROS che ha seguito l’indagine Viola, la più importante di sempre contro la criminalità di origine africana. Il colonnello Casagrande (di cui mi onoro di avere la sua stima e la sua fiducia) scrive una lunga relazione di assenso al progetto. L’indagine è chiusa: porterebbe e giustamente gloria e onore ai Carabinieri che hanno chiuso un’indagine senza precedenti. Bon, mandiamo tutte le carte al Cerimoniale. Aspettiamo, passano i giorni e le settimane. Arriva la risposta.

Succinta, sintetica: “non crediamo che sia il caso di fare un documentario sui Casalesi in questo momento”. Sconcerto totale tra tutti noi! Casalesi, ma abbiamo chiesto e scritto di tutt’altra cosa. Il giudice Conzo è perplesso, quelli del ROS incazzati, lo dico io perché loro sono troppo persone serie e professionisti, ma in confidenza (e qui mi appello immediatamente al segreto professionale del giornalista) mi dicono: “quando dobbiamo fare lavori seri porte chiuse, poi arrivano i coglioni dei telegiornali e facciamo gli show”.

Assurdo ma vero, cerco di capire cosa possa aver mai portato ad un diniego così netto e sbagliato: io chiedo carne e tu mi parli di pesce? Alla fine, attraverso i soliti ( e solidi) contatti professionali e di stima, un ufficiale dei carabinieri mi confida quanto non avrei mai pensato: “Nazzaro lasci stare, non chieda mai più niente, lei ha una velina addosso”. Cioè? “Si ricorda cosa ha scritto della questione Landa? Qualcuno si è offeso e lei è persona non grata. L’hanno segnalata”

Azz, direbbe Diego Abatantuono. Pur di far vincere la propria sensibilità offesa hanno impedito un documentario che avrebbe esaltato il loro lavoro in prima serata su RAI 2. Me cojoni dicono alla Magliana.

Quindi rinuncio, non chiamo e non chiedo più niente. Certo mi hanno fottuto la carriera, ma soprattutto l’opportunità che la gente sapesse. Da quel giorno quindi basta.

COME FUNZIONA IL LAVORO GIORNALISTICO

Anche perché se chiedo i permessi alla Polizia in meno di 48 li ottengo, e se ne devono fare di passaggi (commissariato, questura, ministero dell’interno e ritorno) con la Guardia di Finanza lo stesso: rapidi cortesi efficienti (sempre grazie tenente colonnello Cardia) ma anche la locale caserma della Finanza di Mondragone che sono stati protagonisti del mio documentario realizzato per RAI3 Calcio Criminale. Chiamo il Tenente, risposta: “Nazzaro nessun problema, mi manda solo un email per avvisare il comando”. Vedete, tutto semplice, chiamate i Carabinieri e sembra che volete incontrare il Presidente della Repubblica (che manco si sta al momento).

Quindi finisco la presentazione a Mondragone (terra che ha dato voti e forza a Mario Landolfi per dirne una) una parte del potere politico si sente offesa, ahimè questa parte politica è anche mio fratello. Di tutta una discussione sui mali del territorio si parla solo del fatto che ho offeso i carabinieri (come, però, ancora nessuno ha avuto le palle di dirmelo, ma si litiga con la logica e posso anche comprenderli).

SI CERCA LA SOLUZIONE DIPLOMATICA

La mattina dopo il sindaco Giovanni Schiappa, che conosco bene, mi ringrazia e mi articola con grande civiltà e tatto una critica in merito a questa questione dei carabinieri della locale caserma.  A Mondragone comanda il PDL, quindi io e il sindaco Schiappa siamo lontani assai politicamente, ma comunque è dovuto il rispetto al primo cittadino. Non sembra, ma credo nelle istituzioni.

Giovanni, con grande intelligenza e sensibilità, mi chiede di riparare a questo inconveniente. Gli rispondo che ci avevo già pensato e appena torno a Roma, invio le copie del mio libro. Giovanni mi dice: “facciamolo subito!”. Quando c’è l’entusiasmo ci sta tutto ed io mi butto. Facciamolo.

Non ho le copie, però. Ebbene il sindaco di Mondragone (era domenica anche per lui e stava facendo una passeggiata sul lungomare con la moglie) a mezzogiorno mi da appuntamento a casa sua. Mi consegna la sua copia personale. Io rubo quella di mio padre, perché non la si può portare solo al Tenente senza portarla anche al Capitano, questo è il rispetto delle gerarchie e delle istituzioni.  Mi avvio sotto il sole con le lamentale di mamà che manco riesce a farsi un pranzo decente con il figlio e sotto il primo sole della primavera, scrivo dediche significative per gli ufficiali, di attestazione di rispetto, non certo di scuse (giammai!) e scrivo anche il mio numero di cellulare personale. Entro, aspetto, sono fuori. Vabbuono: lascio le copie.

UNA SETTIMANA FA

Questo accadeva una settimana fa. Qualcuno avesse chiamato per ringraziare? No. Sto scrivendo questa testimonianza dopo aver richiamato stamattina la caserma, e gli ufficiali sono sempre fuori. “Eh lo so lei ha chiamato più volte, se chiama nel pomeriggio, forse li trova”.

No, non chiamo più, scrivo. Faccio quello che so fare. Sarebbe stato immensamente meraviglioso che durante la presentazione il Tenente dei Carabinieri si fosse alzato e avresse stretto la mano ad Angela Landa, porgendo le scuse dell’Arma dei Carabinieri.

Ecco cosa sarebbe stato un atto dovuto e importante. E’ importante che voi che state leggendo sappiate che qualcuno avrà sentito il suo onore offeso, ma per il papà di Angela Landa, Michele: NON CI SONO COLPEVOLI ANCORA, NON C’E’ PENSIONE (non essendoci un processo che attesti cosa sia successo) NON C’E’ RICONOSCIMENTO DI VITTIMA DELLA CRIMINALITÀ  (sempre perché non c’è processo o colpevoli) NON C’E’ UN CAZZO! CI SONO SOLO LE OSSA BRUCIATE RIPORTATE A CASA IN UNA SCATOLA DI SCARPE.

(del caso ne ho fatto parlare a Blu Notte e altri programmi nazionali per sensibilizzare)

Da che parte ci si deve schierare? Siamo tutti per la legalità? Vai a Castel Volturno e ci sta pure che ti litigi con la comunità africana (una parte, perché la maggioranza ti appoggia) e poi il giorno dopo ti fai le tarantelle con chi dovrebbe essere al tuo fianco nelle battaglie di ogni giorno?

Come dice un  mio caro amico (Roberto): ma stamm’ a pazzià?

Sì mi sento offeso, perché quando ricevo un regalo, mi hanno insegnato dalle scuole elementari che si chiama per ringraziare.

Dopo una settimana, solo il silenzio da parte della Caserma dei Carabinieri di Mondragone. Dispiace, moltissimo, e come vinciamo questa benedetta guerra se ci facciamo queste tarantelle tra di noi? E chissà se ora hanno capito che le copie che hanno in mano, se non le hanno cestinate sono una del sindaco di Mondragone e una di mio padre! 

Al sindaco Giovanni Schiappa, che durante la mia presentazione ha avuto la moralità di assumersi tutte le responsabilità della città di Mondragone (anche se è in carico da meno di un anno se non erro), dimostrando che una politica nuova è possibile, che è possibile per chi rappresenta l’Istituzione alzarsi e assumersi le proprie responsabilità, dico mi dispiace. Ci abbiamo provato. Ma qualcosa non funziona davvero, e ti rinnovo la mia stima.

Mi hanno detto che ho offeso la mia locale Caserma dei Carabinieri. No, se volevo essere acido potevo dire che la villetta degli orrori di Castel Volturno, il caso recente delle due donne morte è stato risolto dal Commissariato di Polizia di Castel Volturno. In meno di una settimana dalla denuncia presentata dai familiari (vedere trasmissione Chi l’ha visto che sottolinea questo punto).

Ma un’altra denuncia era stata presentata anni prima ai Carabinieri di Castel Volturno sulla scomparsa delle donne, da parte dei familiari. Caduta nel vuoto. Al Sud ci si distrae e la gente muore. Ma tutto cade nel vuoto, come la mia volontà di stringersi la mano e di andare avanti.

Amen.

ps l’attore Giulio Cavalli che vive sotto scorta per gravi minacce di mafia mi ha chiamato: “Voglio fare uno spettacolo su Michele Landa mi devi aiutare, lo dobbiamo fare, che ne pensi?”

Rispondo: “GRANDE IDEA…”

NOTTE 20/21 APRILE 2013

Nella notte ricevo questa lettera in merito ai fatti di Mondragone, (non sono minacce, tranquilli, anche se qualche telefonata con numero sconosciuto mi è arrivata ma sicuramente è l’offerta della domenica prestissimo di SkyVodafone3TimIkitammuort’. Ho risposto ma nessuno parlava e anche stavolta non mi becco lo sconto, ma siamo in crisi e sconti non ne faccio neanche io).  Queste parole mi hanno commosso. Per davvero.

Caro Sergio

Avevo già sentito parlare dell’ “incidente diplomatico”; per garbo non mi sono permesso di contattarti.

Ora però…
Mi sono rotto il cazzo, amico mio, di vivere in una terra divenuta la vecchia puttana di turno;
mi sono rotto il cazzo di vivere in una terra stuprata fuori un bar alla luce del sole;
mi sono rotto il cazzo di vivere in uno “spermatoio”.

La mia terra è stata (è) preda di barbari che ci costrinsero a decidere in quale parte stare.

Noi, poveri stupidi pensammo di avere scelta. Ci illudemmo di avere libero arbitrio. Ci dividemmo, allora, in due fazioni, due Società o meglio in due Tribù che si spartirono lo stesso “sputo di terra”. Ci siamo illusi di appartenere alla Tribù Buona, quella che la mattina si alza e si spacca il culo. Una Tribù che invece di fottersene ,tenta, prova a cambiare le cose. Quella Tribù, la buona, dovrebbe essere LA MIA, LA TUA società civile… quella bigotta società civile che ormai vive da esiliata in casa propria. Pensammo che la nostra società civile potesse camminare in punta di piede, per evitare di “farsi sentire” per non essere “chiamati”.

Cresciamo con la “patologia” del restare; sin da piccoli ci dicono: Dici: mamma, Dici: Papà, Dici: me ne andrò.

Poi cresci, maturi, ti cresce la barba e perdi i capelli, inizi a formarti e ti poni SEMPRE la stessa domanda: Che faccio; resto o vado?!

Allora poi, preso da orgoglio personale decidi… IO resto, resto per cambiare, resto per “pulire” e costruire, resto per donare qualcosa che non ho avuto. Inizi allora a studiare, a capire, a schizzare appunti ed idee, viaggi con l’occhio del “reporter” e non del turista… Ti servono idee, esperienze, progetti da importare.

Poi, però succede l’irreparabile

Leggi l’apoteosi del grottesco; senti dire che uno dei tuoi, un amico, un “compagno di battaglia”, un concittadino della “tribù buona” è stato ferito. Allora ti fermi, ti chiedi: Come, chi, Quando? ed ancora, Perché? Ti calmi, ed inizi a telefonare cercando uno che era lì, un testimone oculare o meglio un testimone udito.

Lo trovi e gli chiedi:
Eri Lì?
Lui: Sì!
Cos’è Successo?
Niente, niente è stata fatta una domanda ed ha “sbroccato”.
Sbroccato? Sii preciso. Che cazzo di domanda è stata fatta?
Niente, na cosa sui carabinieri..
Cioè?
Niente… perché non li ha chiamati
– Tu però conosci l’interlocutore, ma conosci soprattutto lo “sbroccatore”… e lui non sbrocca tanto per sbroccare
La conversazione allora continua… e tu capisci.
Capisci che il testimone, (poverino), non ha capito un cazzo. Capisci che non era stata la domanda a farlo sbroccare ( lo conosci, non sbrocca per una domanda) era stato altro….

Capisci, l’umiliazione che ha patito il tuo alleato, capisci il dolore che questo ha provato.
Capisci allora, che lo “sbrocco” non è figlio della domanda… ma della Platea.
Capisci infine, che il colpo questa volta non è stato sparato dalla “ tribù dei bruti” ma dalla tua e questo ti tormenta.

La tua tribù?! Come anche loro sparano?! Noi dovremmo essere contro “gli spari”.

Ti torna, allora in mente, la terza piccola frase che da piccolo hai imparato… “Io me ne andrò”. 

Capisci che la “tua” società-civile, quella buona, quella che reputavi “buona” è in realtà solo una società di insulsi “predicatori” , vestiti di abiti firmati, ma con scarpe sporche di fango.

Gli stessi che oggi si indignano per un pubblico “vaffanculo”, detto nei loro salottini “buoni”; giravano ieri lo sguardo mentre la loro “madre” veniva sodomizzata.

Fanno retorica su tutto, parlano, parlano, parlano… quando poi gli dici che quello che sentano non è profumo, ma semplice puzza di “munnezza putrefatta” ti guardano male, ti aggredisco addirittura, ti accusano di maleducazione.

Si , si amico mio… hanno passato una vita a convincersi che tutto sommato non era colpa loro e tu, con poche e semplice parole, vuoi ricordargli che quel fango che copre le loro “ vecchie” scarpe in realtà è il sangue di un matricidio.

Amico mio, salutandoti, consentimi di dirti :

Viviamo il dramma dell’uomo libero, disposto a perdere la sua libertà per difendere i suoi principi.

Nell’ottobre del 2009 sono ospite con Angela Landa di Blu Notte per raccontare di Federico del Prete e di Michele Landa

 

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