di Francesco Oggiano
Cara mafia, ti combatto divulgandoti. Gli scrittori gridano Strozzateci tutti
Il curatore del libro, Marcello Ravveduto: “Diventeremo un veicolo di voci libere e sane. Voci da strozzare, appunto”
Sono in ventitré, vengono dal Sud e si impegnano nell’antimafia. Sono ricercatori, giornalisti, psicologi, operatori sociali, mediatori culturali, dirigenti della pubblica amministrazione, professionisti provenienti dalle più svariate aree. Tutti, però, hanno deciso di mettere a disposizione dell’Italia ciò che gli è restato di più sacro: la parola.
Un bel giorno si sono incontrati e si sono fatti scrittori, per analizzare e divulgare la realtà mafiosa in questo paese. Il risultato finale è Strozzateci tutti (Aliberti Editore – 20 euro): 600 pagine e rotti che raccontano “come e perché la criminalità organizzata sia entrata nel corpo vivo del Paese definendo e realizzando un sistema economico e sociale parallelo e alternativo, efficiente e moderno”.
“Il titolo è una risposta alla dichiarazione che Berlusconi fece a Olbia nel novembre 2009, quando giurò di voler ‘strozzare quelli che scrivono libri di mafia’ – spiega ad Affari Marcello Ravveduto, il curatore del libro – Bene, noi siamo quelli da strozzare, quelli che scrivono e scriveranno di questo Paese perché a esso ci tengono veramente”.
Qual è l’obiettivo finale del libro?
“L’obiettivo è l’azione in sé: parlare della mafia. La criminalità organizzata cambia velocemente; se non siamo in grado di stare dietro ai suoi aggiornamenti quella che oggi viene chiamata ‘penetrazione’ nel tessuto legale della società diverrà una ‘conquista’.
Insomma la mafia si combatte con le parole. Vecchia storia…
“Noi contrastiamo la normalità mafiosa. Ma le parole da sole non bastano mai”.
Anche perché il movimento antimafia italiana sembra in affanno.
“Non credo sia in affanno. Penso piuttosto che segua e rifletta la società italiana. L’antimafia non dev’essere legata ai proclami dei dirigenti già conosciuti. L’antimafia dev’essere fatta a livello locale, dai consiglieri comunali, dagli assessori provinciali… Persone che per il loro ruolo e grado troppo spesso non vengono ascoltate dalla casta nazionale”.
Oltre a essere un libro, Strozzateci tutti è anche un blog e una rete di persone unite dall’impegno antimafia. Quali saranno i prossimi passi?
“Anzitutto devolveremo i diritti d’autore al sito di giornalismo partecipativo Agoravox, impegnato nell’apertura di una redazione locale a Scampia. Parteciperemo a diverse manifestazioni antimafia, collaboreremo con altre associazioni. Ma non vogliamo diventare l’ennesima associazione antimafia”.
E che cosa volete essere?
“Niente. Ci accontentiamo di trasformarci in un veicolo di voci libere e sane. Voci da strozzare, appunto”.